Si fa prima a entrarci che a definirlo.

Il concetto di metaverso è stato definito per la prima volta nel 1992 nel romanzo di fantascienza Snow Crash di Neal Stephenson. Tornato alla ribalta dall’Ottobre del 2021 con il cambio di nome dell’azienda di Mark Zuckerberg da Facebook a Meta, oggi si dibatte se sia una tecnologia già esistente o in divenire. Una delle definizioni più convincenti, quantomeno per noi di Hypertrue, è quella che si trova nel libro del 2022 “Metaverso” di Matthew Bell. Secondo tale definizione il metaverso è una rete di mondi tridimensionali interconnessi (oltre ad una serie di altre caratteristiche). Questa definizione pone il metaverso come una situazione attualmente non ancora realizzata. Tuttavia, singole piattaforme come ad esempio VR Chat, Horizon World, Spatial o Roblox possono essere già considerate in qualche modo dei metaversi.

Che oggi esista o meno, resta certamente una tecnologia in grado di rivoluzionare mercato e società. In ambito industriale, il metaverso offre molte opportunità per le aziende di interagire con i clienti in modo innovativo e coinvolgente. Ad esempio, le aziende del settore turistico possono utilizzare il metaverso per creare esperienze virtuali immersive per i loro clienti, come tour virtuali di resort o destinazioni turistiche. Le aziende del settore retail possono utilizzare il metaverso per creare negozi virtuali immersivi, dove i clienti possono acquistare prodotti in un ambiente virtuale.

Per le aziende innovatrici, il metaverso è una strada che suggeriamo di esplorare oggi, perché esistono già ambiti concreti nei quali è possibile muoversi. È già possibile trovare degli utenti online che frequentano le piattaforme e che possono diventare nuovi clienti. Si possono organizzare eventi e riunioni in realtà virtuale che permettono di amplificare l’esperienza di riunione da remoto a cui ci siamo ormai abituati con software come Google Meet, Microsoft Teams o Zoom. In Hypertrue abbiamo ad esempio il servizio social 3.0, pensato proprio per sviluppare nuovi mondi all’interno delle piattaforme esistenti, o il servizio my world, che permette di creare un ambiente tridimensionale proprietario. 

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